| Bologna si inchina alla Signora
Il Bologna in casa aveva ottenuto 23 punti su 35. Le ultime tre partite di campionato, contro Fiorentina, Cagliari e Inter le aveva vinte ed era probabilmente la squadra più in forma del campionato. Poi, al Dall’Ara, è arrivata la Juve. E gli uomini di Pioli hanno fatto vedere di essere tosti, preparati, caparbi. Il problema è che quelli di Conte hanno fatto vedere perché sono i Campioni d’Italia. E hanno dimostrato ancora una volta che, quando decidono di giocare, non resta che inchinarsi.
I rossoblu iniziano bene e dopo appena sei minuti Gilardino parte in contropiede e Buffon sembra Scirea quando lo inchioda al limite dell’area. Diamanti si trova il pallone sui piedi e ci prova da trenta metri, ma il suo tentativo viene deviato in angolo. L’entusiasmo iniziale degli avversari non intimorisce i bianconeri, anzi, li scuote: Giovinco triangola bene al limite e prova a piazzare il destro, Curci blocca a terra.
Ben presto la Juve detta legge. Non c’è pallone che non sia in controllo dei bianconeri e la squadra di Pioli, minuto dopo minuto, arretra e si preoccupa solo di ribattere. Il problema è che ci riesce: anche quando Padoin si inventa un dribbling in area e un cross rasoterra per Vucinic, i primi ad arrivare sul pallone sono gli emiliani. La Juve insiste e il manifesto della volontà dei bianconeri è il tentativo di Vidal, che chiude il primo tempo sparando alto sopra la traversa.
Il brivido più intenso arriva dopo un minuto di gioco nella ripresa, quando Giovinco controlla in area, si gira in un fazzoletto e cerca il secondo palo, mettendo a lato di un soffio. La Formica Atomica è ancora pericolosa al 9’, quando riceve da Vucinic, si accentra e scarica il sinistro, trovando il riflesso di Curci.
In campo ci sono solo i bianconeri e la supremazia viene premiata al 17’ quando Marchisio recupera palla a metà campo e tocca per Vucinic, che inventa una sublime veronica al limite per liberarsi e un velenoso tocco di punta per battere Curci.
Sopra di un gol la Juve trova più spazi e ancora Vucinic potrebbe raddoppiare al 22’, quando riceve da Vidal e piazza il destro, non trovando la porta di un soffio. E’ a lato anche il colpo di testa di Gabbiandini, l’unica conclusione degna di nota del Bologna.
E’ perfettamente in porta invece il tocco di Marchisio, che combina con Vucinic al 29’ e di esterno infila Curci per il raddoppio.
Pogba e Matri danno respiro a Giovinco e Vucinic, Marchisio chiude in avanti, facendo la seconda punta. Ma questa è mera cronaca. La storia è più importante. E racconta l’ennesima impresa di un gruppo fantastico. C’è stato un sorteggio di Champions League giusto ieri e altre squadre avrebbero passato il sabato sera pensando al Bayern. Non la Juve. Conte ha chiesto di mandare un messaggio al campionato, i suoi ragazzi l’hanno accontentato. E c’è da scommettere che il messaggio sia arrivato lontano, anche in Germania...
Conte: «Un grande passo in avanti»
«Abbiamo fatto un grande passo avanti, ma per tagliare il traguardo mancano 27 punti». Terminata la sfida contro il Bologna, Antonio Conte guarda alla classifica e sorride, ma non può non tenere a freno l’entusiasmo pensando alle nove giornate che ancora mancano alla fine del campionato. Certo, i tre punti del Dall’Ara sono pesanti e il tecnico ha festeggiato ancor prima del fischio finale con i propri tifosi. Un gesto innocente, ma poco gradito dall’allenatore del Bologna Stefano Pioli: «Se non posso neanche festeggiare con i miei tifosi dopo una vittoria così importante, non so cosa si possa fare... Stavo solo esultando insieme ai miei tifosi. So bene che quando vinciamo, diamo fastidio a tanti, ma non c’era mancanza di rispetto».
Si trattava semplicemente di gioia pura e spontanea, tanto che, rivolto alle telecamere, Conte ha inviato un bacio «a mia figlia Vittoria».
«Oggi affrontavamo una squadra che veniva da tre vittorie - continua il tecnico - e se avessimo perso avremmo dato input positivi alle inseguitrici. Invece abbiamo meritato di vincere e sono contento di come hanno giocato i ragazzi. Abbiamo la miglior difesa? Contando i tre gol avuti dalla Roma a tavolino, anche il miglior attacco. Sono arrivato proponendo il 4-2-4, poi ci siamo spostai tal 4-3-3 e ora adottiamo un modulo ancora più offensivo».
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