| Il 18enne spagnolo ieri ha fatto il primo allenamento con tutta la squadra «Bianconero è meglio» Manchester e Ajax volevano Iago. «Ma ho saputo della Juve e ho detto: vado!» «Ora darò tutto per meritarmi un’occasione con Ranieri, ma non ho fretta. Qua voglio completarmi come calciatore»
SERGIO BALDINI IERI a Vinovo Iago Falqué è entrato in campo con Pavel Nedved, quello di cui un giorno dovrebbe raccogliere l’eredità. Intanto lo studia in allenamento e sprizza entusiasmo: «Quando ho sentito che mi cercava la Juve, non ho avuto dubbi: è un sogno», ha raccontato salutando i tifosi del Barcellona dalle pagine di Sport, il quotidiano spagnolo più attento al club blaugrana, spiegando perché è corso a Torino nonostante a lui si fossero interessati club come Manchester, Ajax e, secondo voci iberiche, anche il Real Madrid.
OBIETTIVO SERIE A «Quello bianconero è un grande club, quando mi hanno detto che era interessato a me ho subito risposto “Vado alla Juve” - ha raccontato il 18enne mancino -. La convinzione si è rafforzata quando ho visto che i dirigenti bianconeri credevano in me e che sono stati molto decisi nel contattarmi». Grande fiducia, ma almeno inizialmente Iago giocherà con la Primavera. La cosa però non lo turba affatto: «So che sono stato acquistato per giocare nella Primavera. Quello che devo fare è lavorare duro dal primo giorno per meritarmi di passare in prima squadra. Voglio dimostrare che la Juve non si è sbagliata a prendermi e, quando mi capiterà l’occasione di giocare in prima squadra, voglio coglierla. Realizzare questo sogno dipende da me. Ma non voglio darmi scadenze, non ho fretta».
CONCORRENZA Davanti a lui, del resto, ci sono campioni che non hanno nulla da invidiare a quelli che fanno impazzire il Camp Nou. Iago lo sa: «Ho lasciato una grande per andare in un’altra grande, passo dal Barça, dove ci sono grandi giocatori, alla Juve dove trovo gente come Del Piero, Nedved, Trezeguet... Sono felice e orgoglioso di giocare con compagni di cosi alto livello». Iago sa anche che dovrà raggiungere un livello più alto di qualcuno di loro: «Per giocare qua, come nel Barcellona, devo essere migliore di quelli che sono già in prima squadra. Questa è la chiave». Facile a dirsi, molto meno a farsi. Ma Iago sa anche questo, e se con gli occhi guarda in alto, dove vuole arrivare, i piedi li tiene a terra: «Non ho fretta, lo ribadisco: sarebbe un male. Questo contratto è un passo avanti nella mia carriera, ma non ho ancora fatto nulla».
STELLINE Bojan Krkic, suo coetaneo e compagno di squadra nelle giovanili del Barça e nella Spagna campione d’Europa under 17 un anno fa, per ora è un modello: «La generazione del 1990 credo sia una delle migliori uscite alla ribalta ultimamente. Bojan è il punto di riferimento, quello più in alto: è nella prima squadra del Barça. Poi ci sono Fran Merida (anche lui passato dal Barcellona all’Arsenal), Camacho (Atletico Madrid) e anche io: stiamo alzando la testa, ma dobbiamo fare ancora molto».
ADIOS Sul perché ha deciso di non continuare a farlo nel Barcellona, seguendo l’esempio di Fabregas, Piqué e Merida, ha le idee chiare: «Ogni caso è differente. Il calcio a questi livelli è molto competitivo e così, immagino, non c’è posto per tutti. Io voglio giocare e nel Barcellona è complicato. Ma non ho nulla né contro la società, che ringrazio, né contro Luis Enrique. Lui preferisce un tipo di gioco diverso dal mio e crede che ci siano giocatori più adatti alle sue idee, ma tra noi non c’è nessun problema. Nel calcio bisogna prendere delle decisoni e io ho preso la mia».
GIOCATORE Una decisione che lo ha portato ha cambiare Nazione, città, squadra, dopo 7 anni a Barcellona: «Là ho imparato molto e sono cresciuto tanto, avrò sempre un bel ricordo. Sono stati anni felici, ma ora inizio una nuova tappa della mia carriera e spero di completare la mia formazione come calciatore». Qualcuno arrivato alla Juve come promettente 18enne e completatosi a Torino si allenerà con lui: Alessandro Del Piero. Di sicuro a Iago non mancherà un esempio da seguire.
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