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Platini boccia Silvio Berlusconi:“Si scordi il progetto Superlega”, a Michel grande come sempre..

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Miss1897
view post Posted on 26/4/2008, 08:51




:TRICOLORE:

Platini boccia Silvio Berlusconi:
“Si scordi il progetto Superlega”


Il francese: «Parla da presidente del Milan ma ora è un primo ministro»
MARCO ANSALDO
INVIATO AD AGRATE CONTURBIA
Il campo non è neppure un campo. E’ un cortile in erba appiccicato alla canonica, sotto il campanile della chiesa di San Giorgio che da novecento anni scandisce le ore della vita tranquilla di Agrate Conturbia, 550 abitanti al confine tra il Piemonte e la Lombardia. Sono venti metri per venti di spazio, due porte da calcetto e, dietro ad una di esse, hanno piazzato lo scivolo sul quale i bambini si arrampicano salendo rigorosamente dalla discesa perchè a farlo dalla scaletta non ci sarebbe gusto. Il fatto curioso è che per inaugurare questo impiantino della nostra adolescenza hanno chiamato il presidente della Uefa, Michel Platini, nemmeno fosse Wembley. Non bisogna stupirsi. C’è chi può e chi non può. Io può, avrebbe detto la buonanima di Angelo Massimino, il presidente del Catania ai tempi in cui Michel arrivò alla Juventus.

Sì, ad Agrate Conturbia possono. Perchè Platini nasce in Lorena ma le sue radici sono in questa frazione a una trentina di chilometri da Novara, dove oggi che è tornato il sereno alzi lo sguardo e vedi le Alpi che sembra di toccarle. «Mio nonno partì da queste case per la Francia - racconta un Platini quasi vacanziero noostante indossi la giacca ufficiale della Uefa -. E i miei genitori parlavano il piemontese anche se io non l’ho mai imparato e quando venivo qui in vacanza, da bambino, faticavo a farmi capire con il francese». Mica vero. «Ad agosto, in quegli anni, c’erano più francesi che italiani - ricorda un vecchio compagno di giochi, Cesare Tosi -. Erano figli e nipoti degli emigrati che rientravano tutti per le ferie».

I Platini ci venivano con una Peugeot 405 verde. Altri tempi. «Vivevo in una fattoria - racconta Michel - ed era un mondo insolito per me che abitavo tra le ciminiere. Per un mese all’anno mi piacevano il profumo dell’erba tagliata e vivere vicino alle bestie, portando il fieno in paese con l’asino, anche se la salita era dura». Per lui è un giorno rilassato. Ha mangiato la pasta al pomodoro da sua cugina Stefanina, l’ultima parente diretta, che fa la volontaria della Cisl a Novara. Si è stiracchiato sulle seggiole in cortile. Poi, al campetto, ha ascoltato con aria divertita i discorsi quasi imbarazzati di gente che non fa l’oratore di mestiere fino all’invito a tirare due calci, ma proprio due, con bambini che non lo mitizzano perchè non l’hanno mai visto giocare. «Non sono qui per nostalgia ma perchè quando vuoi andare in qualche posto devi sapere da dove vieni - ha spiegato Platini - e mio padre mi diceva che se avessi fatto un’altra scelta avrei potuto giocare per l’Italia e vincere il Mondiale. Un campo di parrocchia è come una piccola società di calcio, in un posto si cura un po’ più il pallone nell’altro l’anima però in entrambi c’è lo sforzo del volontariato per far crescere bene i ragazzi».

E’ uno dei suoi temi di presidente che vorrebbe frenare la corsa dissennata verso l’affarismo senza etica nè tradizione. «Mi ha molto sorpreso - ha proseguito - l’ultima uscita di Berlusconi che vorrebbe far giocare un campionato solo tra grandi club, escludendo le piccole città: non è il discorso di un primo ministro che dovrebbe guardare all’interesse di tutti i cittadini. Ha parlato soltanto da presidente del Milan,l adesso lo deve lasciare, no?». E le difficoltà che lo sponsor metterebbe al trasferimento di Ronaldinho a Milano non sono un altro segno dei tempi? «Credo che Ronaldinho andrà dove vorrà. Nessuno sponsor può mettere abbastanza soldi da condizionare un calciatore che sa di guadagnare comunque». A chi gli chiede se Del Piero è da Nazionale risponde «sono cavoli vostri, io ormai non parteggio nè entro nelle scelte di nessuno. Guardo in tv il Nancy come il St.Etienne perchè sono il mio passato, seguo la Fiorentina di Prandelli o l’Irlanda del Trap ma a 52 anni non posso più essere un tifoso. Neppure della Juve benchè sia stata importantissima. Se ci fossi arrivato a 17 anni come Del Piero ne sarei stato una bandiera come lui, invece ci ho passato solo 5 anni che però sono bastati a vincere tutto quello che si poteva e per questo nel mondo mi vedono come un simbolo juventino quasi più che della Francia». «Della Juve - aggiunge - mi ha impressionato la capacità di gestire il ritorno dalla serie B che sembrava un dramma e invece è già dimenticato grazie ai nuovi risultati: i dirigenti hanno valutato bene chi poteva andare via e chi doveva restare, hanno evitato di distruggere ciò che c’era nonostante sia sempre più facile distruggere che costruire. Sono stati bravi».
 
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Renzo
view post Posted on 29/4/2008, 08:54




Michel non è mai banale in quello che dice e il mio sogno sarebbe d'incontrare il Nancy l'anno prossimo in champions con lui che da il calcio d'inizio.
 
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SASSARI BN
view post Posted on 29/4/2008, 19:43




Platinì è il simbolo di un calcio che non esiste più! spero che riesca a cambiare qualcosa.
 
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Renzo
view post Posted on 30/4/2008, 06:54




CITAZIONE (SASSARI BN @ 29/4/2008, 20:43)
Platinì è il simbolo di un calcio che non esiste più! spero che riesca a cambiare qualcosa.

Me lo auguro anch'io che riesca a cambiare qualcosa sempre non gli metteranno i bastoni tra le ruote
 
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Miss1897
view post Posted on 6/2/2009, 11:17




:wub: :wub: :wub:
CITAZIONE
Platini non riesce a digerire il calcio odierno: “Le squadre che spenderanno più dei loro introiti, saranno ESCLUSE DALLE COPPE"

Si preannuncia una grande rivoluzione per quanto riguarda il mercato del calcio europeo.

Michel Platini è sempre più intenzionato a modificare questo calcio. In particolare, l’ex campione della Juventus, vorrebbe regolarizzare il calciomercato, tutt'ora senza alcuna norma, soprattutto dal punto di vista morale.

“Se vuoi comprare un aereo o una barca con 120 milioni di euro puoi farlo – spiega al Sun il numero uno dell’Uefa riferendosi all'affare Kakà-City – ma per un uomo? Per me non è giusto, non è possibile ed è per questo che dobbiamo fare qualcosa”.

“Sto cercando di creare un sistema dove tu puoi spendere ciò che guadagni. Se le squadre superano questo limite possono essere “bannate” dalle competizioni. Queste ultime, verranno rimpiazzate da altre squadre. Non è per creare disordini ma per proteggere il calcio”.

"Molti dirigenti mi stanno chiedendo di creare questo sistema – conclude Platini – ed io devo farlo in quanto presidente dell’Uefa”.

 
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Miss1897
view post Posted on 19/3/2009, 20:16




CITAZIONE
CALCIO: PLATINI, ITALIA NON E' IN CRISI MA IN GB FILOSOFIA DIVERSA

(ASCA) - Roma, 19 mar - ''Non possiamo dire che il calcio italiano e' in crisi e che quello inglese e' piu' forte, perche' quattro anni fa c'erano Juve e Milan in finale, nel 2006 c'erano due spagnole. Sicuramente le squadre inglesi hanno una filosofia differente: giocano di piu', attaccano, fanno gol. Loro prima giocano e dopo pensano, in Italia prima si pensa poi si gioca''. Lo ha detto il presidente dell'Uefa, Michel Platini, in un'intervista a Sky.

Platini si e' poi detto favorevole al nuovo sistema di ripartizione dei diritti televisivi: ''Penso che tutti abbiano diritto ad avere dei soldi. Oggi i diritti tv sono piu' sviluppati in Inghilterra e non mi risulta che gli inglesi non fossero d'accordo sul modulo finanziario''. Il presidente della Federcalcio continentale ha pero' precisato che quello dei diritti tv ''e' un problema governativo nazionale e non dell'Uefa''.

''Se le squadre spagnole, che sono in fallimento, accettano che Barcellona e Real Madrid dividano in due quasi tutti i diritti tv - ha spiegato - sono fatti loro. Noi interverremo solamente sulle nostre competizioni: faremo un 'Financial Fair Play', perche' vogliamo che tutte le squadre spendano i soldi che hanno. Per me non sara' piu' possibile che un Moratti e un Berlusconi diano dei soldi dopo per pareggiare il bilancio''.

L'attenzione ai bilanci e' uno dei capisaldi della presidenza di Platini. Secondo il presidente Uefa se e' vero che a dare qualita' al calcio sono i giocatori e che ''gli stipendi di questi calciatori sono molto alti'', e' pero' necessario che ''le societa' diano i soldi che hanno e non fare sempre la corsa alla ricerca dei soldi per poter pagare i giocatori'', nonostante la concorrenza degli altri club.

Per questo Platini ha deciso di studiare il modello NBA: ''Abbiamo mandato una troupe dell'Uefa per sapere come fanno loro e ho deciso di trovare con le leghe e con i club di trovare il giusto equilibrio''.

luq/rf/ss

 
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SASSARI BN
view post Posted on 26/3/2009, 20:42




Platini: «Moviola in campo? Se succede lascio il calcio»

Intervista a tutto campo dell’ex stella della Juventus, attualmente presidente dell’Uefa: «Vogliamo arrivare a cinque arbitri in Champions e in Europa, ma dico no alla tecnologia. Potremmo sperimentare per un anno in serie B»
TORINO, 26 marzo - Michel Platini parte seconda. La settimana scorsa le Roi ha rilasciato una lunga intervista a Paolo Rossi e Gianluca Vialli per la trasmissione “Attenti a quei due”. Questa sera alle 20 (e in replica alle 23) andrà in onda su Sky Sport 1 la seconda parte, appunto. Il presidente della Uefa parla di tutto: la moviola in campo, al cui utilizzo si oppone drasticamente; le difficoltà organizzative di Polonia e Ucraina in vista dei prossimi Europei; la possibile candidatura comune di Italia e Francia all’organizzazione della competizione continentale nel 2016; lo strapotere delle inglesi in Champions League; la tratta dei bambini nel calcio. La parte più interessante della lunga intervista all’ex stella della Juventus è però proprio quella che riguarda gli arbitri. E da lì cominciamo.

Che sperimentazione volete fare con gli arbitri?
«Il presidente Abete ha detto che è pronto a fare tutte le sperimentazioni, ma questo appartiene alla Fifa, non all’Uefa. L’arbitraggio, le regole del gioco che sono mondiali, appartengono alla Fifa non all’Uefa. Siccome sono il vice-presidente della Fifa, ho spinto molto per arrivare ad aggiungere due arbitri addizionali»
Che guardano solo con gli occhi?
«Con gli occhi e riferiscono all’arbitro centrale»
Quindi non c’è tecnologia?
«Non c’è tecnologia, ci sono solamente le cuffie per comunicare con l’arbitro centrale»
Per tutto o solo per le situazioni gol-non gol?
«Per tutto. Non sono due guardalinee, sono due arbitri addizionali che aiutano l’arbitro centrale a prendere le decisioni»
Ma in quale campionato verrebbero utilizzati?
«Ci sono 5-6 campionati nel mondo che vorrebbero provare»
E in Italia?
«A livello di campionato, in Serie B, per un anno»
E per la Primavera?
«No, a livello professionistico, per un anno proviamo. Poi, se accettano questo, nel 2012 metteremo cinque arbitri in Champions League e in Europa»
Perché non usare la tecnologia nei casi in cui l’arbitro deve decidere in maniera oggettiva e lasciargli la libertà di interpretare negli episodi che vanno interpretati?
«Perché se c’è un pallone che va dentro la porta, un difensore arriva e lo butta via e il pallone riparte, che facciamo? Stoppiamo o continuiamo l’azione? Se l’azione continua, parte uno al limite del fuorigioco, che facciamo? Il calcio è un gioco che non può essere fermato. Quando noi giocavamo e non c’era la televisione, l’arbitro decideva tutto. Poi, sono arrivate le telecamere e hanno fatto vedere gli sbagli degli arbitri. Il compito dell’amministrazione è quello di mettere gli arbitri in condizione di vedere tutto, poi loro devono decidere. Aggiungendo due arbitri sulla destra della porta, loro sono in grado di vedere tutto e anche da davanti, possono aiutare l’arbitro centrale a prendere una decisione. Se mettiamo la tecnologia, dobbiamo metterla anche sul fallo a 25 metri. Dunque, l’arbitraggio-video è la fine del calcio per me, lasciamo agli umani gestire i giocatori umani. Il giorno in cui ci sarà il video, io saluterò il calcio»
E nei casi oggettivi di gol-non gol?
«Questi due arbitri vicini vedono se la palla è dentro o no. Sul fuorigioco basta avere degli assistenti che vedono bene, mettiamo assistenti che non fanno sbagli»
Perché non date la possibilità agli arbitri di spiegare queste cose a fine partita. Per non creare ulteriori polemiche?
«Di questo ne possiamo parlare, dipende dagli arbitri nazionali»
Avete mai pensato alla figura di ex calciatori nel ruolo di arbitro?
«Sì, in Francia hanno provato a farlo. Ha funzionato, ma gli ex calciatori vogliono subito andare in Serie B o in Serie A»
L’apertura a 24 squadre per i Campionati Europei non rischia di essere una chiusura per gli stati meno sviluppati, visto che Polonia e Ucraina già faticano ad organizzare un torneo per 16 squadre?
«Non vedo una grande differenza tra organizzare un torneo per 16 o 24 squadre. Passare a 24 squadre aiuta tanti piccoli paesi che non vanno mai nelle competizioni internazionali. È il Sei Nazioni di rugby che mi ha suggerito questa cosa: i gallesi e gli irlandesi tutti gli anni sono contenti perché vincono qualcosa. Passare a 24 squadre è una grande promozione per il calcio internazionale»
Ucraina e Polonia. Mancano le strutture per i prossimi Europei?
«È dura, ma andiamo avanti. Il Comitato Esecutivo ha deciso e quindi ormai andiamo avanti. Mancano alcuni alberghi. In Polonia non ci sono molti problemi. Le infrastrutture in Ucraina sono un po’ difficili. Loro sanno che se non fanno lo stadio, non ospiteranno gli Europei»
L’Italia vuole candidarsi per gli Europei del 2016. Come vedi una candidatura comune di Italia e Francia?
«Quando due paesi vogliono organizzare un Europeo, non è per avere l’Europeo, ma perché hanno bisogno di stadi e quindi sfruttano l’organizzazione dell’Europeo per costruire gli stadi. Italia e Francia possono farlo da sole. Possono anche farlo insieme, ma devono rifare molti stadi»
Dove? In Francia o in Italia?
«È uguale»
La Francia, solo dieci anni fa, ha organizzato i Mondiali del 2008. È possibile che siano già vecchi gli stadi?
«Erano vecchi prima, li hanno solo rinnovati. Abbiamo costruito solo lo Stade de France ma non altri stadi. Come In Italia. Non so se Italia e Francia possono pagare dieci nuovi stadi. Forse per questo si metteranno insieme. Questo dipende anche dall’Italia»
Sei favorevole agli stadi di proprietà delle società?
«Sì. Il mondo è in crisi in questo momento. Trovare gente disposta a mettere 100-200 milioni per uno stadio è difficile. Per questo motivo, penso che organizzare da soli sia complicato, è più facile se si è in due: francesi e italiani»
In Europa vincono sempre le solite squadre e per questo ce ne sono alcune che diventano sempre più ricche e contribuiscono ad allargare la differenza con le altre. Anche l’Uefa ritiene che questo sia il vero problema?
«È un discorso che non era italiano quando l’Italia vinceva. Adesso che l’Italia non vince più ci sono tanti problemi e dobbiamo ridistribuire i soldi? È difficile dire ai club: “Voi partecipate alla Champions League, ma non vi do i soldi, li do alle altre squadre“. Come faccio? Loro fanno spettacolo, investono soldi negli stadi e nei giocatori, vanno fino alla finale e guadagnano dei soldi. Non possiamo dirgli: “Adesso li diamo alle altre squadre così vi battono l’anno prossimo“. Diamo già 50 milioni di euro a tutte le squadre che sono state eliminate. Proviamo a trovare un giusto equilibrio, ma non è semplice»
Cosa ne pensi di quella che in Italia è stata definita “la tratta degli schiavi“, ovvero dei ragazzi giovani che vengono spostati. Tu non sei favorevole?
«Negli statuti della Fifa c’è scritto che è vietato il trasferimento dei minori di 18 anni. Deve essere rispettato, ma in Europa dobbiamo combattere contro la Commissione Europea. Abbiamo attaccato la Fifa e l’Uefa 15 anni fa perché in Pakistan facevano i palloni a 13-14 anni. Ma il bambino che a 14 anni va al Chelsea e guadagna soldi per calciare un pallone, è un lavoratore o no? È sempre un bambino, mettiamo la moralità in questo discorso e diciamo che fino a 18 anni non possiamo mandare i ragazzi in un altro paese. Quando poi saranno maggiorenni potranno decidere. Non è un discorso contrattuale, ma morale»
Sei il primo grande ex giocatore che copre un ruolo istituzionale così importante: ha aiutato essere Michel Platini o contavano più i contenuti della tua campagna elettorale?
«Essere conosciuto ti apre le porte, dopo devi fare di tutto perché non si chiudano»
Vuoi un calcio più democratico?
«Ci sono già quattro paesi in più in Champions League!»
 
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Miss1897
view post Posted on 26/3/2009, 21:35




IO ADORO QUEST'UOMO..

LE ROI.. MICHEL..


quanto mi manca in campo.. dite quello che volete ma e' stato e sara' sempre il numero !1... :wub:
 
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Renzo
view post Posted on 27/3/2009, 08:53




Un grande in tutti i sensi, sia calcisticamente, sia anche come comunicatore !
 
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chrjvarese
view post Posted on 27/3/2009, 09:03




LE ROI PRESIDENTE DELLA JUVE :TRICOLORE: :STENDARDO:
 
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Kaos-bn
view post Posted on 27/3/2009, 13:57




IMMENSO!!!
 
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SASSARI BN
view post Posted on 17/7/2009, 18:36




L’ALLARME E LA SOLUZIONE
Platini: «Dal 2012 fair play finanziario»
Il presidente Uefa contro la politica del Real Madrid: «Ho ottimi rapporti con Perez, ma le spese faraoniche alimentano l’inflazione. E per molti club i costi sono ormai insostenibili»



LUCA BORIONI
QUESTA storia del Real Madrid nuovamente galactico e soprattutto spendaccione non va proprio giù a Michel
Platini, presidente dell’Uefa che in un intervista al settmanale L’Espresso ha ribadito le sue convinzioni: «Non sono allarmato per un club in particolare. Le spese faraoniche tirano il mercato verso l’alto e alimentano una spinta inflazionistica che si ripercuote negativamente su tutti i club d’Europa». E’ una questione delicata. Platini ci tiene a far sapere che non si tratta di una guerra personale contro la Casa blanca. «I miei rapporti con Perez sono ottimi», precisa. E poi spiega: «A preoccuparmi è un trend di comportamenti generalizzati che dilagano in diversi paesi. Molti club sono ancora gestiti in modo artigianale e basano la loro sopravvivenza solo sulle risorse dei loro presidenti.
Salari e prezzi dei trasferimenti hanno raggiunto livelli insostenibili. Circa la metà delle società europee opera in perdita. Molti imprenditori preferiscono non entrare nel calcio, un’industria che produce passivi non attira nuovi capitali». Come dargli torto? Servono regole: «Ognuno dovrà farcela con le proprie gambe, senza aiuti esterni...
Urge puntare a un fair play finanziario con abbassamento dei costi (salari e trasferimenti) e aumento dei ricavi (merchandising, marketing e gestione impianti di proprietà)». E il fair play finanziario potrebbe diventare legge nel 2012. Dice Platini: «Rappresenterà una grande opportunità per chi vorrà investire nelle infrastrutture e nei vivai». Anche salary cap e budget cap nei programmi dell’ex numero dieci juventino. Gli servirà una prodezza su calcio piazzato.
 
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chrjvarese
view post Posted on 4/9/2009, 10:41




Sono convinto che questa Juve sarebbe piaciuta molto anche all'avvocato Agnelli". In un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, il presidente dell'Uefa Michel Platini ha parlato della nuova Juve affidata a Ciro Ferrara: "Ha cominciato bene, può tornare a vincere. Tuttavia è presto per fare un parallelismo con la Juve degli anni '80. Diego mi somiglia? Lo conosco poco, ma appartiene alla categoria dei numeri 10: registi che hanno fame di gol. E' comunque un bel colpo: alla Juve puntano tutto su di lui. Lo aspetto con Del Piero".

il mio sogno michel e che tu prima o poi darai 1 trofeo europeo a del piero o a gigi ,significa che siamo tornati veramnte !!speriamo che arrivi presto questo sogno.Anche la coppa uefa con la supercoppa europea basta che si vince qualcosa a livello europeo .Michel aspettaci tra 1 pò arriviamo ..............
 
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chrjvarese
view post Posted on 9/9/2009, 09:18




lo posto quà
Limite agli stranieri? Unione Europea '6+5 fuorilegge'

08:32 del 09 settembre

FUORILEGGE Dura presa di posizione del responsabile allo sport: è "illegale" la limitazione agli stranieri inseguita dal presidente della Fifa, Blatter.
"6+5", uno schema che l'Unione Europea non accetta.
Non è la soluzione: "Il caso esiste, ma questa formula non è compatibile con le norme attuali".
(Corriere della Sera)


 
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chrjvarese
view post Posted on 15/9/2009, 10:21




Platini: "Inter e Juve sono più forti e possono vincere la Champions".
Il presidente Uefa fa i pronostici: «Barça? Fossi loro toccherei ferro, il bis non è mai riuscito a nessuno».

Presidente Platini, chi vince la Champions?
«Fossi nel Barcellona di Ibrahimovic mi toccherei...».

Perché?
«Perché da quando la Coppa dei Campioni è diventata, appunto, Champions League, mai è stata vinta due volte di seguito dalla stessa squadra. Sottolineo: mai. E sto parlando di diciassette edizioni, non di una».

Come lo spiega?
«Premessa: io sono nato nel culto della vecchia formula, sorteggio ed eliminazione diretta, o la va o la spacca. Ai miei tempi, inoltre, le aventi diritto erano esclusivamente le società campioni. Oggi, invece, le nazioni grandi possono schierarne quattro, addirittura. E questo, se da un lato annacqua il fascino, dall’altro accentua l’equilibrio, moltiplica le trappole».

Sono in crescita le finali-derby : Real-Valencia nel 2000, Milan-Juve nel 2003, Manchester United-Chelsea nel 2008.
«In cambio, sono scomparse le razzie tipo Real, cinque di fila».

Ogni tanto salta fuori la storia del campionato d’Europa per club. Qualcuno vorrebbe rubare l’idea all’Uefa.
«Mi scusi, ma l’attuale Champions non è già un campionato d’Europa per club?».

Quindici partite con i preliminari, tredici senza: ancora poche, dicono.
«Difficile, aumentarle: ci vorrebbero calendari più umani, ma fino a quando ci saranno campionati di prima divisione a venti squadre, mi dica lei come possiamo fare».
È stato il battesimo della sua «riformina» anti poteri forti: dal due più due (due squadre subito alla fase a gironi, due ai preliminari) al tre più uno. Bilancio?
«Sarà un caso ma erano quattordici anni che gli ungheresi non ne piazzavano una. Alludo al Debrecen, sì. Lo scopo era quello di allargare il più possibile la base. Siamo sulla buona strada».

Al vertice, in compenso, arrivano sempre i soliti.
«E allora? Compito del sottoscritto non è decidere chi vince ma scegliere criteri che possano allargare le porte d’ingresso».

Crede sul serio nel fair play finanziario?
«Per chi mi ha preso? Le società lo hanno approvato in assemblea. Debiti sotto controllo, rapporto costi-ricavi, l’abc di una sana competizione sportiva».

Ha letto Van Basten? Caro Milan, senza soldi non si vince.
«Che scoperta. È sempre stato così. Non penserete mica che il fair play finanziario porti il Debrecen al posto del Real e viceversa? Non scherziamo. I soldi sono cruciali, nella vita come nello sport. Mi accontenterei, e lo sa, che non diventassero l’unità di misura di tutto, per tutti. Mi lasci sperare, ancora, nella forza delle idee».

Fatto pace con Florentino Perez?
«Come posso far pace se non ci siamo mai dichiarati guerra? Colpa di alcuni giornali spagnoli che ce l’hanno con me dai veleni di Atletico Madrid-Marsiglia, campo squalificato per insulti razzisti. Ogni volta che parlo del Real, gonfiano i titoli. Nel dettaglio: se dichiaro che 94 milioni di euro per un giocatore sono una follia, passo per nemico del Real. Se aggiungo che non basta avere un harem di stelle per sedurre il mondo, odio Perez. Suvvia...».

Le italiane?
«La Juventus si è rinforzata, l’Inter pure. Il Milan, invece, sta soffrendo e la Fiorentina è lì, in gruppo. Non sarà facile scalzare inglesi e spagnoli, ma Inter e Juve sì, mi sembrano proprio più attrezzate».

Marsiglia-Milan, Juventus-Bordeaux, Lione-Fiorentina. Tanto per cambiare, Italia-Francia.
«Tanto per cambiare, mai come in questi frangenti il presidente dell’Uefa si sente svizzero».
Juve-Bordeaux però la giocò, stagione 1984-85, semifinali di Coppa dei Campioni...
«Tre a zero per noi a Torino, due a zero per loro al ritorno. Era il Bordeaux più forte della storia. L’unico avversario che riuscì a battere la mia Juve, nelle coppe, con due gol di scarto. E senza un miracolo di Bodini, non so mica come sarebbe andata».

La finale al sabato?
«Resto convinto che, senza nulla togliere alla sacralità dell’evento, il sabato contribuirà a riempire lo stadio di famiglie. La domenica non si lavora e non si va a scuola».

Dagli arbitri di porta, più aiuti o più confusione?
«Più aiuti. Li sperimenteremo in Europa League. Tuffi, contatti, rigori sì-rigori no, gol fantasma: mi aspetto un salto di qualità nella “traduzione” degli episodi più scabrosi».

In Italia fa molto discutere la tessera del tifoso, una sorta di schedatura mascherata. La sua opinione?
«Quando una libertà prevarica un’altra libertà, credo che intervenire dall’alto sia corretto, legittimo. Nello stesso tempo, prima o poi le emergenze finiscono dappertutto. A ogni modo, massima fiducia nell’operato delle istituzioni italiane».

Come procede la lotta ai bracconieri di giovani talenti?
«Procede in piena sintonia con Blatter, rimane uno dei punti salienti del mio programma».

Sogna sempre di consegnare la coppa alla Juventus?
«Non ci casco più. Nel senso che dormo poco e ho smesso di sognare...».


(La Stampa)

anche se lo dice michel x scaramanzia io mi gratto ............
 
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30 replies since 26/4/2008, 08:51   562 views
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