| JUVENTUS: LA VERGOGNA ZITTISCE TUTTI
UDINE. La vergogna ammutolisce tutti. La Juventus ne piglia tre e li porta a casa senza fiatare. A incorniciare la dodi cesima sconfitta in campiona to non ci sono spiegazioni del tecnico, pensieri dei giocatori, elucubrazioni dei dirigenti. Mentre la squadra è chiusa nello spogliatoio a confrontar si con l’ennesima disfatta, le bocche vengono cucite da un comunicato che arriva con il passaparola: «La squadra e i dirigenti chiedono scusa ai tifo si, ma hanno deciso di pren dersi una pausa di riflessione». PRESENTI E ASSENTI In tribuna c’erano il vice dg Ro berto Bettega e il ds Alessio Secco. Atterriti. Il presidente Jean Claude Blanc è lontano, lontano dagli orrori, lontano dagli errori. Aveva di meglio da fare, evidentemente. D’altron de, è a Cannes, in vacanza, per la Pasqua irrinunciabile. Così si perde l’ennesima sconfitta della sua Juve, presa a schiaf fi anche dall’Udinese. Diceva mo ennesima, perché ormai i numeri non rendono la dimen sione di questo disastro bian conero. La squadra di Zac non regge la velocità di saetta San chez. Ma anche gli altri due compari d’attacco, Di Natalee Pepe, corrono sulle macerie della Vecchia Signora. E met tono il loro sigillo. Impresso co me un marchio di fabbrica. BASTA Urge la rifondazione. E la restaurazione. Ormai lo sanno anche i sassi. Mentre quello sparuto gruppo di ultrà al quale è stato concesso l’in gresso allo stadio perde persi no la voglia di urlare. E di insultare ( Cannavaro il bersa glio preferito, ma la cosa ades so ha davvero stufato). Il vaso è colmo, da tempo, e sta traci mando, travolgendo tutto e tutti. Si chiama tsunami e non risparmia nessuno. IN-DIFESA Non è il caso di processare i reparti, quando è il gruppo a colare a picco. Ok, la difesa prende gol ormai da una vita, e non smette più di incamerare record negativi. Però è il collettivo che si è scol lato, e non da ieri sera. Non reggono i ritmi altrui, i bianco neri versione maglia d’acciaio (mai accostamento fu più ne gativo e porta scalogna…). Sot to a centrocampo, mai pericolo si davanti. Incolore o scolorita, fate voi. Questa Juve è lontana parente persino della Juve che giocò e dominò la serie B nella stagione 2006-2007. Il tutto nonostante investimenti di li vello nel mercato estivo e tan ti sogni di gloria trasformati presto in incubi. UNITI La parola che non si vuole pronunciare è fallimento ma è quella che calza a pen nello nella realtà attuale del l’ex fidanzata d’Italia. Ora, la prendono in giro persino in provincia. Ha perso ovunque, quest’anno, nel Giro d’Italia della vergogna. Al Sud quanto al Nord. Dove la gente applau de i bianconeri veri, quelli friu lani, quelli sì motivati e galva nizzati. RESA Eppure in avvio le pro spettive sono incoraggianti. Camoranesi è il valore ag giunto. Anche se la Juve non è che riesca a sfruttarlo appie no. Partono dal suo piede le azioni e le combinazioni mi gliori. A destra, ma non solo. Perché il codone spazia ovun que e cerca di cogliere l’attimo. Insomma, sembra poter essere la sua serata. Però la squadra becca subito gol, dal Sanchez scatenato. E sono dolori per tutti. Una rincorsa continua, affannosa e affannata. L’Udi nese, infatti, punge senza so sta, con attaccanti scatenati. La Juve, invece, si trova un Amauri che non la prende quasi mai. Ok, c’è Del Piero sempre pericoloso su punizio ne, ma non basta. “Camo” ci prova in prima persona, tiro centrale che non crea soverchi problemi ad Handanovic. Co sì è, se vi pare o no. ZERO REAZIONE La corsa verso la qualificazione alla Champions resta in salita, sempre più irta. Ma neanche i campioni riescono nell’impre sa e i macigni sulle spalle di ventano tre. Pesanti, terribili, impossibili da sopportare. Il conto alla rovescia è impietoso, come il torello e l’olè che risuo na dal Friuli. Irridente, se pos sibile. Mancano altre sei parti te, bisogna salvare almeno l’o nore. Poi, tutto deve cambiare perché tutto torni come prima.
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