| Infortuni e crepe nello spogliatoio
È già finita la luna di miele di Zac
JACOPO D’ORSI
TORINO
«Non molliamo, non è finita». Alberto Zaccheroni è ancora convinto di portare la Juve al quarto posto, che vale l’accesso ai preliminari di Champions, anche se la sconfitta di sabato a Udine, la quinta della sua gestione, ha aumentato la pendenza della salita. Il grido di speranza arriva da Cesenatico, dove il tecnico - che non tornava a casa da un paio di mesi - ha trascorso i due giorni di vacanza con un solo pensiero in testa, del resto l’unico che dal 29 gennaio, giorno dell’assunzione, popola la sua mente: risollevare la Juve. Così, tra un dvd e l’altro visionati per analizzare gli errori del Friuli e studiare il prossimo avversario (Cagliari), Zac ha trovato giusto il tempo di bere un paio di caffè al bar di Cesenatico, con gli amici di sempre. Riconosciuto da alcuni dei tanti tifosi bianconeri che popolano la Romagna, ha promesso loro che le proverà tutte fino «all’ultimo».
La sua fiducia si scontra con l’evidenza di una squadra a pezzi, di nuovo allo sbando esattamente come lo era con Ferrara, del quale Zac ha peggiorato la media punti (da 1,57 a 1,36) imitandolo anche nella cacciata europea (1-4 col Bayern, 1-4 col Fulham). La luna di miele del nuovo allenatore è durata un mese. L’ottimo inizio gli era valso il ritorno al quarto posto (ultima volta il 21 febbraio, 2-1 a Bologna), la qualificazione agli ottavi di Europa League e pure qualche concreta chance di conferma. Nonché una valanga di complimenti da parte della squadra. «Siamo entusiasti dei suoi metodi», era la frase in cima alla hit dello spogliatoio e il tecnico rispondeva così: «Mi seguono come se dovessi restare qui vent’anni».
Oggi, 43 giorni e 7 punti in 7 partite dopo, la situazione è capovolta e non solo perché il gruppo ha la bocca cucita dal silenzio stampa. L’aspetto più preoccupante - condiviso da molti giocatori - è la condizione fisica, conseguenza della preparazione estiva, dell’incredibile numero di infortuni (più di 60) e di una rosa dall’età media avanzata, il che riduce la capacità di recupero dei singoli. «Reggiamo un tempo e basta», ha detto Zac dopo Napoli. Questo spiega anche le tante rimonte subite (11). «Io preparo le partite in un certo modo - s’era sfogato anche prima di Udine - poi puntualmente la domenica lo staff medico mi dice che tre o quattro non ce la fanno. Ma il problema, più che i tanti assenti, è la condizione di quelli che ci sono». Riguarderà, eventualmente, anche Buffon, Chiellini e Diego, che Zac spera di recuperare per domenica. Le nuove recenti figuracce, va da sé, hanno seminato qualche crepa anche nell’idillio con la squadra. C’è chi non ha gradito le sostituzioni (Diego con l’Ajax, Iaquinta con la Samp), chi le esclusioni, chi perfino i pranzi di gruppo imposti dal tecnico prima o dopo gli allenamenti. Il rischio mortale, visti anche certi atteggiamenti in campo (De Ceglie rimproverato duramente da Felipe Melo al Friuli, più volte), è che il gruppo si sfaldi definitivamente, che ciascuno pensi per sé e, chi ci andrà, al Mondiale. «Dobbiamo lavorare sul pensiero comune», disse non a caso Zac prima dell’Atalanta. Oggi, più che mai, un’esigenza vitale.
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