si c'era Blanc che guidava perche' aveva appena cacciato l'autista.. e si era preso il suo ruolo ad interim..
L'abito da sera di ZaccheroniA Livorno la prima «vera» Juve targata Zaccheroni. «Per me ci sono tre vestiti adatti a questa squadra»Una settimana completa di lavoro e Alberto Zaccheroni è pronto per riaprire la sua boutique. Quello che un giorno Berlusconi definì «un sarto non adatto per il tipo di stoffa che ha il Milan», e quindi decise di cambiarlo, ci riprova. Sempre in tema di vestiti, dal momento che proprio con questa coraggiosa metafora visto il precedente, ieri Zac ha descritto la Juve che vorrebbe vedere presto, magari già dalla cruciale trasferta di stasera a Livorno con cui di fatto inaugura il nuovo corso dopo il pareggio con la Lazio. Cioè una squadra in grado di cambiare pelle a seconda di avversari e situazioni, «anche durante la stessa partita». Parente stretta del «camaleonte solido» che Ranieri l'anno scorso di questi tempi pilotava in zona scudetto. «Per me - ha spiegato Zac - ci sono tre vestiti adatti a questo organico: uno è il 4-3-1-2 che i ragazzi conoscono bene e un altro è il 3-4-1-2 sul quale abbiamo cominciato a lavorare. Il terzo? Lo scoprirete più avanti». Probabile si tratti del 3-4-3, il cui progetto è però ancora sulla carta.
Gli altri due invece sono pronti, non resta che guardarsi allo specchio e scegliere quello su misura per la battaglia del Picchi. Tentato dalla difesa a tre, provata tutta la settimana e sottoscritta dai senatori, ieri Zac almeno a parole ha fatto marcia indietro, lasciando intendere di voler rinviare la rivoluzione. «Il nostro lavoro - ha raccontato - non è finalizzato solo per una partita. Ho insistito sul 3-4-1-2 perché per ora è il modulo che conosciamo meno bene». Poi ha fornito altri indizi. Uno: «La squadra ha gli uomini giusti per giocare con il 4-3-1-2». Due: «In questo momento devo cambiare il meno possibile». Tre: «Abbiamo tanti centrocampisti ai box, ma De Ceglie può adattarsi benissimo». Ergo: contati gli assenti, sempre abbondanti - Sissoko e Grygera squalificati, Marchisio, Camoranesi, Poulsen, Iaquinta, Trezeguet e Salihamidzic in officina - al punto che, rivela il tecnico, «giovedì è stato fatto un lungo summit con dirigenza e staff medico» - a Livorno si dovrebbe partire con difesa a quattro e centrocampo a rombo.
In ogni caso, c'è un solo obiettivo: la vittoria, che in campionato manca esattamente da un mese (2-1 a Parma il 6 gennaio). Lo ha ricordato, da Milano, anche il presidente Blanc: «Il tempo dei proclami è finito, mi aspetto una scossa: conta solo la qualificazione alla Champions. Dei rinnovi parleremo a fine stagione». Restando in ambito sartoriale, se Ferrara ultimamente si sentiva nei panni di Ranieri, Zac non vuole assolutamente vestire quelli di Ciro. «Dobbiamo ribaltare la situazione e ritrovare i comportamenti vincenti di qualche mese fa - ha spiegato -: la vera Juve è quella dell'inizio. Non so quanto tempo ci vorrà. Siamo come un cronoman che fa una grande prestazione e poi va in crisi: sappiamo di avere certi valori, dobbiamo solo tirarli fuori».
Il più in fretta possibile, va da sé, visto che la concorrenza in zona Champions (Roma e Milan a +7, Napoli a +4) non aspetta: «Cresceremo un gradino per volta - spera Zac - fino allo sprint finale: nella mia carriera i risultati sono arrivati sempre all'ultima giornata». Per farlo servirà l'aiuto di tutti, mica solo di chi è costato 25 milioni: «Quando le cose vanno male è troppo facile prendersela con i nuovi - così il tecnico - ma nessuno ha reso per quello che vale. I bonus sono finiti per tutti, nello spogliatoio non faccio distinzioni e non ho spie: mi aspetto che ciascuno torni a fare, bene, ciò che ha fatto per tutta la carriera». Da Amauri, «che è troppo generoso e dovrebbe diventare più concreto», a Diego, che per Blanc «non ha deluso» e per Zac «deve continuare così: spero riesca a incidere il più possibile sulle partite». A Livorno, già stasera, c'è un nuovo esame.