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Auguri Lippi, allenatore mondiale
L'ex tecnico della nazionale compie 60 anni il prossimo sabato. Non allena dal giorno del trionfo azzurro a Berlino, ma ora vuole tornare a guidare una squadra. Forse sarà di nuovo l'Italia Lippi compie sabato prossimo sessanta anni, cifra tonda e ben portata a prescindere dalla lunga inattività post Berlino, che ora comincia davvero a pesargli. Ma è forse anche grazie a questo congelamento dell'attimo che il tecnico viareggino resta l'icona del più incredibile tra i trionfi azzurri. In attesa delle 60 candeline del prossimo 12 aprile, è Francesco Totti ad aprire la serie di auguri pubblici: "Quando lo hai di fronte, capisci subito: non è solo un grande tecnico, ma un padre o un fratello maggiore, secondo le situazioni". La pensano così in tanti, soprattutto i suoi ragazzi azzurri; ma non Roberto Baggio, che lo definì un "caudillo", o Christian Panucci, col quale è in lite perenne e silenziosa. Perchè, nonostante un palmares già ricchissimo da allenatore di club, Lippi è sempre stato così, prendere o lasciare. Duro, ambizioso, permaloso; e poi intelligente, intuitivo, stimolante. In altre parole, un vincente. Tra il prendere e il lasciare, l'Italia non solo lo prese, ma lo tenne anche, nonostante il coro di voci che ne chiedevano le dimissioni nella bufera di Calciopoli 2006, e una stima con Moggi mai rinnegata. Prima di allora, una normale carriera da calciatore (libero vecchio stampo negli anni '70, soprattutto con la maglia della Samp), una brillante ascesa da allenatore (giovanili della Samp nell'82, Pontedera come prima panchina prof, poi Cesena, Lucchese, Atalanta e Napoli, dove compie il primo capolavoro, la zona Uefa), e nel '94 la chiamata di Moggi alla Juve. Confesserà poi Lippi di esser dovuto andare sulla tomba del padre, vecchio socialista toscano che gli aveva chiesto di non allenare la squadra dei padroni, a chiedere scusa. E che scuse. È l'anno '94-95, la sua Juve torna a vincere lo scudetto dopo nove anni di astinenza. Comincia un filotto di vittorie in Italia (tre scudetti, l'addio alla Juve con la parentesi nera Inter e il ritorno in bianconero con altri due tricolori), ma c'è il neo della maledizione Champions: quattro finali raggiunte, una sola vinta con l'Ajax all'Olimpico. Ai rigori, segno premonitore. Alla Juve Lippi è il tecnico - oltre che di cinque scudetti, una Champions, un'Intercontinentale, una Supercoppa europea più spiccioli - del rilancio di Vialli, ...Read the whole post... |
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